Le origini si perdono nella storia del Lazio antico e la vedono fondata secoli prima di Roma dal leggendario Re dei Volsci Metabo. E’ ancora sconosciuta l’area dove sorgeva la citta volsca.
Celebri sono le gesta della regina Camilla, personaggio mitologico narrato nel libro XI dell’Eneide, figlia di Camilla e di Metabo. Per le dure politiche adottate, il Re volsco venne espillo da Privernum e fuggì verso le rive del fiume Amaseno portando con se la piccola Camilla in fasce. Giunto nei pressi del fiume Amaseno in piena ed inseguito dai concittadini, avvolse Camilla con la corteccia di un albero, la consacrò alla dea Diana e la legò alla sua lancia, scagliandola verso la riva opposta del fiume impetuoso. Raggiunto dagli avversari, Metabo si tuffò nel fiume ed attraversandolo a nuoto raggiunse la piccola Camilla, miracolosamente salva. Camilla venne cresciuta dal padre tra boschi e animali selvaggi, indossava pelle di tigre ed era abile nell’uso di arco, frecce, giavellotto e fionda. Divenuta regina dei volsci, guidava il suo esercito di cavalieri, fanti con armatura di bronzo e donne guerriere combattendo a cavallo, adornata da un mantello e da un diadema d’oro. Camilla venne uccisa nella guerra contro Enea da Arunte, giovane guerriero etrusco che la ferì mortalmente con una freccia che le trafisse il seno e la sua morte sarà vendicata da Diana.
Le prime notizie storiche di Privernum si hanno nel IV secolo a.C. quando Tito Livio la descrive come potente centro volsco che venne sottomesso dai romani che nel 329 a.C. la distrussero. Con l’avvento dei romani il nuovo abitato venne ricostruito nella piana di Mezzagosto ed ebbe grande importanza, posta in posizione di controllo delle comunicazioni fra la costa e la Valle del Sacco. Sono sconosciute le cause della scomparsa dell’insediamento a valle dopo la caduta dell’impero romano. Venne progressivamente abbandonata a partire dal IX secolo forse a causa delle incursioni barbariche. La città venne incendiata nel 1159 come ricordano gli Annales Ceccanenses, cronache dei conti de Ceccano. L’attuale centro venne fondato attorno al XII-XIII secolo col nome di Piperno, sul Colle Rosso, in posizione di dominio della Valle dell’Amaseno. Il centro venne costruito con mura, torri possenti e sette porte d’accesso.
Piperno appartenne alla Camera Apostolica (organo finanziario del sistema amministrativo Pontificio) e grazie a questo rapporto diretto conservò per molto tempo la sua indipendenza, godendo di grande prestigio in Campagna e Marittima, antica provincia dello Stato Pontificio di cui faceva parte. Tuttavia la famiglia dei conti de Ceccano, casata tra le più potenti del Lazio medievale, vi vantava beni e diritti.
I rapporti con la Chiesa furono pessimi nel corso del XIV secolo: nel 1307 Piperno si ribellò e venne scomunicata e alla fine del ‘300 appoggiò Onorato I Caetani, conte di Fondi. Questi conflitti vennero risolti dalla Chiesa nominando podestà del Comune lo stesso Papa Innocenzo VI. Nel 1578 Papa Gregorio XVI concesse alla città gli Statuti.
Con l’Unità D’Italia, Piperno passò alla provincia di Roma e nel 1928 cambiò nome a favore dell’odierno. Il linguaggio della pietra è il grande protagonista del borgo con i numerosi edifici monumentali semplici ma di grande impatto.
Cosa vedere
Punti d'interesse
PALAZZO COMUNALE
Pregevole costruzione medievale (XIII secolo) che si innalza sul lato destro della Cattedrale. La prima menzione storica dell’edificio si ha nel 1296.
La sua struttura originaria era quella tipica dei palazzi comunali medievali. Nel pianterreno si trovava un grande porticato, luogo di riunioni popolari. Il piano superiore in stile gotico era coronato da una merlatura guelfa ed era la sede della Sala Consiliare, dove si tenevano le riunioni governative.
Il palazzo ha subito varie trasformazioni nel corso dei secoli. Verso la metà del XV secolo ci fu un primo ampliamento della struttura originale con la costruzione dell’edificio secondario che lo unisce al Duomo.
Nei secoli successivi venne suddivisa in due ambienti l’antica grande sala consiliare medievale. I porticati persero a poco a poco la loro funzione di luogo d’adunanza pubblica e vennero chiusi per essere convertiti in prigioni verso il XVIII secolo.
Tra il 1856 e il 1863 l’edificio venne innalzato di un piano con l’aggiunta di tre bifore in stile neogotico, il campanile con orologio, la balconata e l’oculus ottagonale (di probabile origine medievale). Nel 1938 vennero dismesse le prigioni e negli anni ’50 vennero riaperti i portici che danno sul lato della Piazza.
PALAZZO VALERIANI-GUARINI-ANTONELLI
Prestigiosa dimora storica di origine medievale che fu la residenza di varie famiglie nobili della zona ed attualmente è la sede del Museo Archeologico.
La sua costruzione ha inizio nel XIII secolo e termina solo nel XVI secolo. Negli anni ‘20, quando era proprietà della famiglia dei conti Antonelli, venne completamente restaurato. L’impegnativo restauro previde una totale ricostruzione dell’edificio con il rifacimento della facciata e degli interni.
La facciata si presenta con decoro pittorico a graffito nei colori grigio piombo ed amaranto. Le sale interne sono impreziosite da decorazioni in stile liberty con interessanti vedutine della Priverno dei primi ‘900.
Il Museo Archeologico è stato istituito nel 1986, in contemporanea con l’istituzione dell’Area archeologica Privernum e il Museo Medievale di Fossanova. Tra le due realtà museali, ognuna con una differente identità, al Museo Archeologico era affidato il compito di rappresentare la storia più antica. Prima di arrivare nella sede attuale, Il Museo è stato ospitato per alcuni decenni nell’ottocentesco Palazzo del Vescovado, dove fu inaugurato nel 1996.
L’allestimento espositivo del museo archeologico, dedicato a Privernum, si inserisce in maniera gradevole nelle dodici sale decorate del Palazzo. Il percorso museale conduce il visitatore nella scoperta delle più antiche fasi di vita della città, colonia romana fondata nel II secolo a.C. e gli permette di ricomporre gli aspetti di quella che fu la vita nella cittadina dal II secolo a tutto il periodo romano.
I numerosi oggetti in esposizione, tra cui statue, ritratti, terrecotte e mosaici, provengono da una collezione che attualmente conta oltre 5000 pezzi. Tale numero è stato raggiunto solo a partire dal 1991, quando vennero promosse nuove campagne di scavo. L’ottimo esito degli scavi permise di ampliare la collezione iniziale che nel 1986 contava solo trenta pezzi, materiali rinvenuti casualmente e poi conservati nei magazzini del Comune.
Tra i materiali rinvenuti a Privernum spiccano i mosaici: nel corso degli scavi portati avanti gli scorsi decenni sono venuti alla luce oltre quaranta pavimenti con svariate decorazioni geometriche.
Esposto nel museo un raffinato mosaico policromo risalente alla prima metà del I secolo a.C. che decorava il tablino, stanza di rappresentanza di una casa di un patrizio che era costruita nei pressi del foro e degli edifici di rappresentanza. Il mosaico si estende per oltre 30 mq ed è decorato con un motivo a cassettonato prospettico. E’ arricchito da una soglia che si articola su quasi cinque metri che illustra un paesaggio ambientato lungo il fiume Nilo il cui autore fu probabilmente un maestro proveniente dall’Egitto che seppe rappresentare con grande capacità la vita nei pressi del fiume.
FONTANA DEI DELFINI
Artistica fontana progettata nel 1877 dall’artista romano Giuseppe Olivieri. Venne realizzata in occasione dell’arrivo dell’acqua potabile nel centro abitato ed in un secondo momento divenne parte del Monumento ai Caduti.
CASTELLO DI SAN MARTINO
E’ un palazzo rinascimentale immerso nel verde del suo parco naturale a metà strada tra il centro storico e il borgo di Fossanova.
Conosciuto popolarmente come “Castello di San Martino”, il Palazzo Tolomeo Gallio fu voluto dal cardinale Tolomeo Gallio, Segretario di Stato di Papa Gregorio XIII, e venne utilizzato come residenza di campagna. Il castello venne in seguito abitato da una comunità di monaci Camaldolesi per passare poi alla famiglia Borghese. Attualmente è di proprietà comunale.
Il palazzo presenta una struttura a pianta quadrata con quattro torri angolari e si sviluppa su due piani attorno a un cortile interno. Una breve gradinata anticipa il grande portale d’ingresso a tutto sesto, bugnato e con lo stemma scolpito della famiglia Borghese.
Nelle sale del piano terra è ospitato il Museo della matematica, innovativa realtà museale che accompagna il visitatore a scovare la presenza della matematica nella vita quotidiana.
Il parco che lo circonda è percorribile grazie a un sentiero naturalistico e si sviluppa su un’area di oltre trenta ettari, comprendendo una natura per lo più boschiva con sughereta, macchia mediterranea e cerro, farnetto e sorbo.
CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
La Cattedrale domina la piazza dall’alto della scalinata, anticipata da un pregevole portico a tre arcate eleganti con influssi cistercensi.
Nel portico si trova una consistente parte del bestiario romanico conservato a Priverno con sei animali stilofori, tra i quali spicca un cavallo insellato che farebbe allusione alla mitica regina volsca Camilla.
L’edificio ha assunto l’aspetto attuale a seguito dei diversi interventi che dal XVI secolo ne hanno alterato l’originaria struttura romanica. Tra il 1776 e il 1780 l’edificio venne completamente restaurato a causa dell’instabilità di alcune sue strutture.
La chiesa è a pianta rettangolare e con tre navate con le due laterali che contengono numerose cappelle, ricche di pregevoli opere d’arte. Nella terza cappella di sinistra, chiamata “Cappellone”, sono conservati un Crocifisso ligneo (fine ‘600) opera di un’artista locale e il Cristo deposto (XV secolo) che viene portato in processione il Venerdì Santo. In una cappella della navata destra si conserva l’urna col teschio di San Tommaso D’Aquino, Santo Patrono, morto nel 1274 presso l’Abbazia di Fossanova. Nella cappella a destra dell’altare maggiore è conservata la tavola quattrocentesca della Madonna di Mezzagosto.
CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE
Venne costruita tra il XIII e il XIV secolo dove sorgeva un’antica cappella. Si trova fuori dalle antiche mura ed era parte di un convento dei monaci antoniani che gestivano l’edificio adiacente, adibito ad ospedale. Nel La chiesa è semplice e ad unica navata.
Al suo interno conserva il pregevole pulpito, la statua del Santo e interessanti affreschi del XIV secolo. Degna di nota l’iscrizione scolpita sull’architrave del portale e due figure scolpite, un angelo e un demone (1336). Da fine ‘800 è stata dichiarata Monumento d’Interesse Nazionale.
CHIESA DI SAN NICOLA
Venne costruita tra il XIII e il XIV secolo, subì un restauro nel Seicento e, in quell’occasione le fu annesso un Collegio per la pubblica istruzione. Degni di interesse il portale a sesto acuto ed una finestra quadrilobata. Sono presenti affreschi medievali nella cripta e quello della Madonna della Pietà (XVI secolo).
CHIESA DI SANTA MARIA DEL SUFFRAGIO
La sua costruzione risale alla seconda metà del Settecento e venne edificata per volere della Confraternita del Suffragio. Nell’interno in stile barocco, conserva la statua lignea settecentesca di San Rocco ed alcuni dipinti dello stesso periodo, opera di artisti locali.
CHIESA DI SANTA LUCIA
La chiesa originaria risale al XVI secolo ed era conosciuta come Chiesa della Croce. All’interno conserva resti di affreschi, un Crocifisso ligneo cinquecentesco e una pregevole statua di Sant’Antonio da Padova, di scuola napoletana (metà dell’800).
CHIESA DI SAN BENEDETTO
Si trova a ridosso delle mura ed è il monumento più antico della città, edificato tra il IX e il X secolo. L’edificio originario, con la navata centrale più alta rispetto alle laterali e la facciata tripartita, è stato rimaneggiato nel corso dei secoli ed ha subito un totale restauro negli anni ’70.
La chiesa conserva al suo interno importanti affreschi che vanno dal XIII al XVIII secolo. Tra i più interessanti ci sono quelli del XIII secolo, come la Madonna della Misericordia, la Flagellazione di Cristo e il Battesimo di Cristo. Degno di nota l’affresco sulla destra dell’abside che raffigura San Bernardo del XVI secolo. La particolarità di questa raffigurazione è la figura del Santo che tiene sulla mano un “modellino” che riproduce le fattezze della chiesa originaria.
CHIESA DI SAN TOMMASO D’AQUINO
Chiesa dedicata al Santo Patrono. Si trova appena fuori le mura medievali, nei pressi di Porta Napoletana (fine XII secolo). Venne costruita tra il ‘200 e il ‘300 ed ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli, specialmente nel ‘700.
Il piano della chiesa si trova attualmente qualche metro al di sotto della strada e si raggiunge con delle scalinate. Sul lato destro dell’entrata si trova la cappella della famiglia Zaccaleoni con tracce di affreschi.
Nell’altare maggiore risalta un pregevole altorilievo ottocentesco raffigurante la “Gloria di San Tommaso”. A sinistra dell’altare l’affresco della Madonna del Latte del XIII secolo.
Disseminati qua e là sulle tele, sulle croci e sulle pareti della chiesa si trovano numerosi teschi. Questo a testimonianza che l’edificio religioso è la sede della Confraternita della Buona Morte, una compagnia di origine antica composta da persone che andavano a recuperare i morti poveri per dargli una degna sepoltura.
CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
La chiesa originaria venne edificata tra il IX e il X secolo in stile romanico e venne restaurata nel corso del XIII secolo con l’aggiunta di elementi gotici.
Nella piazzetta davanti la chiesa si trova “la crocetta”, piccola stele realizzata con i resti dell’antico pulpito romanico che si trovava in chiesa.
L’interno è a tre navate, formato da arcate differenti, alcune in stile gotico, altre in stile romanico. Numerosi sono gli affreschi che ornano quasi completamente le pareti interne della chiesa.
Sulla navata sinistra si ammira il ciclo di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo di scuola napoletana con influenze toscane. L’affresco raffigura cinque scene della vita della Santa, dall’incontro con l’imperatore Massenzio fino al martirio e alla conversione dei filosofi.
Nella nave destra si trovano gli affreschi più antichi, risalenti al XIII secolo, come la Madonna della Misericordia e la Vergine Annunziata.
CHIESA DEI SANTI CRISTOFORO E VITO
Di origine medievale (fine XIII secolo) in origine dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. La chiesa originaria a due navate è stata nel corso dei secoli parecchio rimaneggiata. Tuttavia conserva ancora porzioni di affreschi medievali sulle pareti, tra cui una pregevole raffigurazione di San Nicola del XIII secolo.
Interessante la cappella di famiglia Tacconi con lo stemma di famiglia nella chiave di volta. In questa chiesa si conserva la più antica campana della città (1396).