Anticamente chiamato Sancto Stephano de Valle, sorge ai piedi dell’ultima propaggine dei Lepini alta 204 metri che si affaccia sulla Valle dell’Amaseno.

Le sue origini si perdono nella leggenda. Una tradizione orale vuole che fosse addirittura luogo prediletto di caccia e di villeggiatura di Metabo, Re volsco padre della valorosa Camilla citata nell’Eneide. Il primitivo insediamento romano che sorgeva a valle venne man mano abbandonato dagli abitanti che si spostarono più in alto. Il nuovo borgo nacque verso il IX secolo attorno alla rocca costruita dai conti de Ceccano.

Santo Stefano sarà feudo dei de Ceccano fino a tutto il Trecento e subirà le alterne vicende della famiglia, tra le più potenti e temute casate feudali del Lazio medievale. Le prime citazioni di S. Stefano risalgono al 1125 e al 1165, occasioni in cui venne attaccato e distrutto nelle lotte fra le truppe del Papa e le truppe imperiali, battaglie nelle quali spesso la Chiesa tentava di sottomettere i ghibellini ceccanesi padroni di molti castelli della Valle.

Nel corso del XV secolo passò definitivamente ai Colonna che, con alterne vicende la tennero per oltre quattro secoli, fino al 1816, quando tornò al diretto dominio dello Stato Pontificio.

Dopo l’Unità d’Italia, a causa delle numerose omonimie cambiò il nome in Villa Santo Stefano (1872). Nel 1932 un sinistro evento segnò il paese: si avvertirono per giorni dei tonfi nel sottosuolo che terminarono con l’apertura di una voragine che inghiottì un asino. Le autorità scoprirono allora che si stava sbriciolando un’enorme caverna sotto le case del rione Gorizia e ne disposero lo sgombero: la tempestiva disposizione evitò una strage quando il rione intero sprofondò nelle viscere della terra. Il tragico avvenimento venne riportato dalla stampa italiana ed estera.

Il piccolo centro storico è ancora ben difeso dalle mura, che affiorano qua e là tra le abitazioni. La possente torre di Re Metabo sorveglia ancora l’accesso principale dal quale si accede al borgo. Al centro del paese la collegiata barocca di Santa Maria Maggiore, di origini medievali. Appena fuori dal centro la chiesa di San Sebastiano, nella quale si conservano la statua di San Rocco e la Madonna dell’acqua, bellissimo simulacro del XIV secolo. A meno di un chilometro dall’abitato il Santuario dello Spirito Santo, che custodisce un’effigie miracolosa.

Cosa vedere

Punti d'interesse

PIAZZA UMBERTO I

Grande piazza, aperta da un lato su un piccolo giardino pubblico. Al centro del parco una stele funeraria e un vecchio cannone della prima Guerra Mondiale a ricordo delle vittime delle guerre. Nei pressi del parco si trova il Palazzo del Principe Colonna, grande edificio realizzato alla fine del Settecento per essere utilizzato come frantoio dai Colonna. Il piano superiore ospitò per molto tempo i Governatori del paese. Il palazzo venne utilizzato come lazzaretto ed in seguito, acquistato da Monsignor Domenico Iorio che lo trasformò in asilo e lo affidò alle Suore del Preziosissimo Sangue.

TORRE DI RE METABO

Massiccio torrione circolare d’origine medievale con tre piani a difesa della porta principale d’accesso al borgo. Viene popolarmente chiamata torre di Metabo da un’epigrafe che un letterato locale vi fece apporre a fine Ottocento, a ricordo del Re volsco citato nell’Eneide.

LA BELLA CAMILLA

Si tratta di una piccola testa di marmo alta 25 cm, che si trovava inglobata nella muratura del Palazzo del Marchese. La tradizione popolare la chiama con questo nome forse in onore della regina dei Volsci Camilla o di una castellana. Ci sono varie ipotesi sull’origine: la più accreditata vuole che sia un frammento di una scultura d’epoca medievale rinvenuta nel Settecento durante i lavori di conversione della rocca dei conti de Ceccano (ridotta a un rudere a quel tempo) nel Palazzo del Marchese.

CHIESA DI SAN SEBASTIANO

Nel Medioevo una cappella dedicata a San Sebastiano sorgeva all’interno della rocca e con la sua distruzione progressiva venne costruita appena fuori le mura. Le prime notizie della chiesa si hanno nel secolo XVII e da un documento del 1636 è testimoniata l’esistenza nella chiesa di una cappella dedicata a S. Rocco.

Nel corso dei secoli la chiesa ha subito molti restauri. Nell’interno, ad unica navata, è conservata un’antica statua lignea di San Rocco posta su una macchina processionale di inizio Novecento donata dagli emigranti santostefanesi. In una nicchia dietro l’altare maggiore si conserva la pregevole la statua della Madonna dell’Acqua (XIV-XV secolo), un tempo nella chiesa parrocchiale.

Poco lontano sorge il quartiere chiamato “case nuove”, costruito negli anni Trenta del Novecento assieme al Palazzo Comunale dopo lo sprofondamento del rione Gorizia.

CHIESA DI S. PIETRO

Non se ne conosce l’origine certa ma trovandosi dentro le mura, il primitivo edificio doveva avere origine medievale. L’attuale edificio è una costruzione seicentesca iniziata sui resti della chiesa più antica. Il progetto prevedeva una copertura a cupola e varie cappelle laterali ma non venne mai portato a termine. Oggi è utilizzata come auditorium per le manifestazioni culturali.

COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO

Chiesa principale all’interno del centro storico, di origine medievale. Venne costruita attorno al XIII secolo ed anticamente era dedicata al patrono Santo Stefano. Compare in un atto del 1363 fatto per conto del conte Giacomo de Ceccano come parrocchia retta da un arciprete. Nel corso dei secoli ha subito due rimaneggiamenti. Il primo alla fine del Quattrocento, quando venne ampliata in funzione della crescita demografica del borgo. Con il secondo intervento (1700) l’edificio venne parzialmente demolito e ricostruito nelle attuale stile tardo barocco. La rinnovata chiesa fu consacrata nel 1770, dedicata non più al patrono S. Stefano, ma alla Vergine Maria Assunta in Cielo.

L’interno è a tre navate con cappelle laterali. Degne d’interesse sono le due tele poste ai lati dell’altare maggiore, il grande organo barocco con tre alzate di canne ed una pregevole tela settecentesca che raffigura la Vergine Addolorata che abbraccia il Cristo appena deposto.

SANTUARIO MADONNA DELLO SPIRITO SANTO

Ad oltre un km dal centro storico, è una chiesa ad unica navata del XVII secolo. Nell’interno in stile barocco si conserva il venerato dipinto della Madonna dello Spirito Santo. Qui, anticamente, esisteva una cappella, chiamata “cona dello Spirito Santo”, meta di ammalati che vi si recavano a pregare, trovando conforto.

Nel luogo avvennero due miracoli: uno l’11 aprile 1721 quando Pietrangelo Filippi, cieco di nascita, riacquistò la vista mentre era in preghiera nei pressi della cappella e l’altro, quando apparve la Madonna sull’incavo di pietre. A seguito di questi prodigi si sparse la voce ed il luogo cominciò ad essere meta di pellegrinaggi e vi venne costruita la chiesa visibile tutt’oggi, consacrata nel 1733.