che la portava con sé ancora in fasce scappando dalla città di Privernum.
Giunto sulla riva del fiume Amaseno in piena a causa degli abbondanti rovesci ed impossibile da attraversare a nuoto con la piccola Camilla in braccio, il sovrano prese una drastica decisione.
Chiese la protezione di Diana, Dea della caccia, alla quale consacrò la piccola Camilla, quindi la avvolse con la corteccia di un albero e la fissò alla sua lancia, scagliandola verso l’altra sponda del fiume. Fu così che la piccola si salvò ed il sovrano poté raggiungere la sponda nuotando.
La giovane Camilla venne cresciuta dal fiero padre nei lussureggianti boschi della vallata, in luoghi ásperi ed inaccessibili.
Metabo fece di Camilla una guerriera coraggiosa. Veniva nutrita con latte di cavalla, vestiva con pelli di animali selvaggi e venne addestrata fin da piccola all’arte del tiro con l’arco, divenendo più abile di numerosi guerrieri uomini.
L’abile e coraggiosa figlia di Metabo divenne molto popolare tra le sue genti, che le chiesero a gran voce di diventare la loro Regina.
Camilla fu costretta a scendere in battaglia con le popolazioni del Lazio Meridionale per difendere il suo regno dall’assalto di Enea, fuggito dalla città di Troia in fiamme.
Durante le battaglie, non si accorse di Arunte, astuto e veloce guerriero troiano, che la fece scendere da cavallo e le scagliò contro il giavellotto, colpendola a morte.
La figura di Camilla, ricordata da Virgilio nell’Eneide, è ancora oggi un esempio di donna coraggiosa.