Sull’origine del nome ci sono due ipotesi: dall’eroe leggendario etrusco Magentio che combatté contro Enea o dalla città tedesca di Mainz (Magonza) nome donato forse da un nobile germanico.
Le origini della città attuale risalgono probabilmente al IX secolo. In seguito i Conti di Ceccano, famiglia che ebbe assoluto rilievo fra le casate feudali del Lazio medievale, la dominò dal 1123 al 1436 eresse un castello su questo colle dei Lepini alto 358 metri.
Maenza compare nel testamento di Giovanni I de Ceccano (1224), assegnata con altri feudi al secondogenito Berardo I che vi si stabilì ed ampliò la città e l’originaria torre del XII secolo In seguito Annibaldo II ricevette al castello San Tommaso D’Aquino, zio della moglie Francesca.
Maenza fu confiscata verso la fine del 1200 con altri territori ai conti che presero parte allo “Schiaffo d’Anagni” contro Bonifacio VIII e vi tornò in possesso nel 1304 con Giacomo I.
Dai conti de Ceccano, Maenza passò ai De Cabannis con Raimondo, figlio di Margherita de Ceccano, che nel 1384 rinnoverà il castello e amplierà la cinta muraria. Con la figlia Margherita, sposa di Francesco III Caetani, la città passò definitivamente a questa famiglia che la tenne fino al 1597.
Nel 1606 la città venne acquistata dagli Aldobrandini ed in seguito ceduta ai Borghese e agli Antonelli, per finire definitivamente ai Conti Pecci di Carpineto, la casata di Papa Leone XIII, che spesso da giovane trascorreva i periodi estivi in città.
La famiglia diede molto impulso alle attività religiose e artistiche in città e ne ebbe il possesso fino al 1930. Nel 1928 il Comune di Maenza e quello di Roccasecca vennero soppressi e le due città accorpate a Priverno.
Negli anni del secondo conflitto mondiale, il centro venne danneggiato dai bombardamenti nel marzo 1944; nel dopoguerra (1947) la città tornò sede Comunale.
Oggi, il turismo culturale ed enogastronomico sono il futuro di Maenza.
Domina l’abitato il castello Baronale, tra i più belli del Lazio, con una vista panoramica incredibile. Nelle sue belle sale venne ospitato anche San Tommaso D’Aquino (ancora visibile la sua stanza).
Al lato la Collegiata di stile neoclassico realizzata nell’Ottocento per volere della famiglia di Papa Leone XIII, che spesso trascorreva nella gioventù, i periodi estivi a Maenza.
Cosa vedere
Punti d'interesse
CASTELLO BARONALE
Fondato nel XII secolo come torre dai de Ceccano, fu ampliato nel XIII secolo ed assunse importanza divenendo appannaggio del secondogenito di famiglia.
Nel 1274 Annibaldo II vi ospitò S. Tommaso D’Aquino, zio della moglie Francesca; il Santo giunse qui morente e dopo aver compiuto il miracolo delle aringhe, volle farsi condurre nell’Abbazia di Fossanova dove morì.
La fortezza venne ampliata a fine 1300 da Raimondello de Cabannis, figlio di Margherita da Ceccano, come ricorda la lapide all’ingresso.
A metà 1400 il castello passò ai Caetani ed in seguito alle altre famiglie che tennero il feudo. Gli ultimi proprietari furono i Pecci che negli anni Trenta lo vendettero al rag. Micozzi di Roma che lo lasciò cadere in rovina. Nel 1965 fu acquistato dalla Provincia di Latina e venne poi restaurato.
Attualmente è composto da 4 piani e 25 sale. Degni di nota il ponte levatoio e la torre rivellino, gli affreschi a grottesche del 1 livello (secolo XVI), un ampio salone con camino e portali con gli stemmi dei Caetani e la sala di S. Tommaso (2 livello). Il castello ospita il Civico Museo del Paesaggio ed il Centro di documentazione cartografica.
PIAZZA S. REPARATA
Accogliente piazza con al centro un’artistica fontana a base ottagonale opera di G. Olivieri (XIX secolo).
Sulla sinistra il complesso di S. Reparata: la chiesa originaria del XV sec è tuttora luogo di culto; l’annesso convento è appartenuto ai Francescani e ai Frati Minori fino al 1873, ha ospitato la Caserma ed infine la scuola.
LOGGIA DEI MERCANTI
La piazza coperta è d’origine medievale (XIII sec.) ed oggi è usata per manifestazioni e incontri. Si trova appena fuori le mura e qui sostavano i forestieri o chi giungeva nei pressi del borgo dopo la chiusura delle porte urbane. Successivamente divenne il luogo del mercato.
Al livello inferiore si trovano alcune porte a bandiera che testimoniano le antiche botteghe della comunità ebraica (XV secolo). Al livello superiore sulla parete destra si trova una lapide dedicata ai caduti della 1° Guerra Mondiale, sedute in pietra ed ampi finestroni con affaccio sulla Valle dell’Amaseno.
PORTA MAGGIORE
Sul lato destro della loggia dei mercanti, era un’antica porta d’accesso al borgo. E’ sovrastata dall’aquila dei Conti de Ceccano sormontata da una torre con merlatura ghibellina (attuale stemma della città).
PALAZZO PECCI
Edificio signorile appartenuto ai conti Pecci provenienti dalla vicina Carpineto Romano, famiglia di Papa Leone XIII. In giovane età, colui che diverrà il futuro Pontefice, trascorreva spesso i periodi estivi nelle sale del palazzo che era residenza di famiglia. Restaurato di recente è in parte di proprietà comunale e in parte privato.
OSTELLO DELLA GIOVENTU’
Edificio nel quale venne ospitato l’Educandato per le fanciulle di civil condizione voluto da Papa Pecci e diretto dalle suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue fondato da S. Maria De Mattias; oggi ospita l’Ostello, composto da 15 stanze, tutte con bagno interno, da 2 a 6 posti letto ed accesso per disabili.
PIAZZA SAN GIACOMO
Caratteristica piazza nel cuore del centro storico dov’è ubicato il luogo di culto più antico della città. La chiesa di San Giacomo, sconsacrata, oggi auditorium.
CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA IN CIELO
Progettata dall’architetto Cipolla, venne costruita nel 1846. Durante il pontificato di Leone XIII venne arricchita da pitture e suppellettili sacre donate dal pontefice.
Venne restaurata a seguito del terremoto del 1915 e tra il 1953-56 dopo essere stata danneggiata dagli eventi bellici.
La facciata neoclassica è caratterizzata da un pronao ionico e due campanili simmetrici.
L’interno della chiesa è a tre navate con quella centrale più alta con due serie di pilastri ed archi che la dividono dalle navatelle laterali. La chiesa è dotata di un fonte battesimale e di un tabernacolo del XVI secolo. Sopra l’altare maggiore è collocata una grande pala del 1874 raffigurante l’Assunzione della Madonna dipinta da Vincenzo Pasqualoni. Altre tele e statue devozionali del XIX secolo ornano gli altari delle cappelle laterali.
Degno d’interesse la «Madonna della ceràsa» (XIV secolo) porzione di affresco conservato in sagrestia anticamente ubicato nella chiesa di San Giacomo.
CHIESA DI S. GIACOMO
La chiesa è stata sconsacrata e divenuta auditorium.
Viene citata già dal 1200 nota come S. Maria delle Grazie e venne intitolata successivamente al Santo in seguito al testamento del Conte Giacomo I de Ceccano (1363), allora feudatario di Maenza che espresse nel documento la volontà di volervi essere sepolto in una delle cappelle.
L’antica facciata era rivolta dove si trova il pregevole portale duecentesco ed il rosone in peperino di forma quadrilobata.