Questo percorso è per camminatori

che effettuano il cammino in 13 giorni

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Dodicesima tappa Roccasecca dei Volsci - Sonnino

Percorso per camminatori che effettuano il Cammino in 13 giorni

Riepilogo dati tecnici

Grado di difficoltà: EE
Lunghezza: 25,5 km
Dislivello positivo: 1150 m.
Dislivello negativo: -1100 m.
Quota di partenza : 350 m.
Quota di arrivo : 400 m.
Quota massima: 873 m.
Quota minima: 347 m.
Tempo percorrenza: 8,5 ore

Studia in anteprima il tracciato di questa tappa:

Descrizione tappa

Dodicesima tappa Roccasecca dei Volsci - Sonnino

La tappa ha inizio nella piazzetta antistante al Comune di Roccasecca dei Volsci, e termina nella Piazza Garibaldi di Sonnino, presso il simbolo del comune al centro della stessa.

Dal punto di partenza, si percorre, per i primi 6 km, lo stesso itinerario che nel giorno prima ha portato i camminatori a Roccasecca Dei Volsci, fino a giungere ad un bivio, dove una palina indicherà la direzione per Sonnino, e si procede dritti. Da qui la traccia si snoda tra piccole strade asfaltate ma poco frequentate, o strade di breccia e/o cemento, dalle quali si può godere di una vista aperta su grandi pascoli e su zone di tipica vegetazione locale. La traccia non è difficile da seguire, essendo questa corrispondente al momento con Via della Montagna, ma si segnalano due punti dove invece di proseguire dritti, si deve rispettivamente prendere un tornante sulla sinistra (km 9,5), e una stradina che si allontana dall’asfalto sulla destra (km 12,1). Entrambe le deviazioni sono segnalate da paline.

Una volta presa quest’ultima stradina, ci si immerge nella natura, e il sentiero rimane sempre ben visibile e segnato (seguire le bandierine rosse e bianche CAI, alcune con la sigla CRC, facendo sempre fede prima alla traccia GPS). Poco dopo aver lasciato l’asfalto, si incontrano due recinzioni in filo spinato, tutte e due da oltrepassare tramite due cancelletti che si raccomanda di richiudere dopo essere passati. Continuando a seguire il sentiero attraverso un bellissimo bosco di lecci, si raggiunge, all’altezza del km 15,6, una croce con sotto una targa, dedicata alla memoria dei “torciaroli” defunti (“Le Torce” sono una tradizione antica che porta ogni anno i sonninesi a ripercorrere i confini del territorio di notte, illuminando il sentiero con delle torce di cera). Appena prima della croce, sulla sinistra del sentiero, si apre l’ingresso ad una salita, segnalato anche questo da una palina, che porta, in meno di un chilometro, al suggestivo rifugio “Jo Caturo” (punto più alto della tappa, a 870m s.l.m. circa), una funzionale casetta in legno situata in una bellissima radura ai piedi della vetta di Monte delle Fate. Qui sarà possibile riposare e mangiare e, per chi vorrà fare quest’esperienza e avrà con se un sacco a pelo, dormire e riprendere la tappa il mattino seguente.

Lasciato il rifugio, il sentiero procede in discesa per quasi due chilometri, fino a raggiungere una sella chiaramente identificata da un enorme traliccio, detto “jo palo”. Dopo essersi goduti il bellissimo panorama verso il Lago di Fondi, si seguono i segni, si rientra nel bosco dal lato opposto della sella, e si procede lungo la traccia, fino a percorrere un breve tratto lungo l’antico confine tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli (come testimoniato dai due cippi di pietra, numero 28 e 27, situati rispettivamente ai chilometri 20,2 e 20,6), nonché teatro di molti avvenimenti legati al brigantaggio preunitario che caratterizzò la zona nei primi decenni del 1800. A ricordare uno di questi avvenimenti, un centinaio di metri dopo il cippo 28, sempre lungo il sentiero, si trova sulla destra una targa di pietra che richiama il ferimento del brigante Meo Varrone.

Continuando si raggiunge, al chilometro 21,2, l’ultimo bivio (ovviamente segnalato), che attraverso un’ultima salita, porta ad abbandonare il bosco e a raggiungere la vetta di Monte Ceraso, dove si trovano il cippo di confine numero 25, e una targa che ricorda il famosissimo brigante Antonio Gasbarrone. Da qui si gode di un panorama che spazia dalla pianura pontina e dal Circeo fino al pre-appennino e al lago di Fondi, ma che può arrivare, in giornate particolarmente limpide, fino alle isole pontine, all’Appennino e addirittura al Vesuvio.

Da Monte Ceraso si scende, superando un grosso pozzo e passando vicino ad altri due rifugi in legno (Rifugio Gasperone e Rifugio La Cona, visitabili con brevissime deviazioni). Lungo la discesa, dopo i rifugi e quasi arrivati in paese, si trova sulla sinistra un cartello in legno che indica la Sorgente dei Carvigli, facilmente raggiungibile uscendo per pochi metri dal sentiero e seguendo dei paletti colorati. La sorgente è stata per secoli una fonte d’acqua importantissima per il paese ed è stata solo recentemente ripulita e resa visibile ai camminatori. Non è al momento possibile, però, attingervi.

Dal cartello, si raggiunge velocemente l’ingresso del paese, e dopo un brevissimo tratto urbano, la piazza principale. Da qui si può visitare il centro storico, e raggiungere ristoranti e strutture ricettive.

SI SEGNALA che, soprattutto dalla sella del “palo” in poi, è possibile incontrare animali (mucche, cavalli, pecore o capre con i cani da pastore) al pascolo. Non c’è bisogno di allarmarsi, basta continuare per la propria strada, avendo cura di tenere al guinzaglio eventuali cani che accompagnano i camminatori (consiglio che vale per l’intera tappa, trovandosi pur sempre in un contesto naturale ricco di animali non solo, ma anche,  selvatici).

Referenti: Gioele Grenga. Con Loreto Olivieri, Marcello Orsini, Antonio Martino, Gianmarco Grenga

Recapiti referenti di tappa

Chi chiamare

Elenco delle strutture convenzionate

Dove dormire

Credenziali

Dove timbrare

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Cosa vedere

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Le meraviglie di questa tappa

Cartografia

Materiale cartografico, mappe, ecc..

Tappe

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Accoglienze

Dove dormire e mangiare nelle strutture ricettive aderenti alla rete del cammino.

Credenziale

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